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Danza Terapeutica: Perchè

Danza Terapia dal Punto di Vista Medico

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A cura del Dott. Giovanni Ansaldi, medico chirurgo, specialista in cardiologia, medico di base ASL-Città di Milano, medico psicosomatista, musicologo, autore di "La lingua degli angeli, guida all'ascolto della Musica", autore di diversi contributi ai convegni SIMP-Società Italiana Medicina Psicosomatica, di cui è membro. Collaboratore del Centro Sarabanda.

In qualità di cardiologo e di medico generico mi interessano le problematiche delle persone che, pur senza disturbi di natura psichiatrica o gravi Handicap, presentano tuttavia un rapporto conflittuale con sé stessi e con l'ambiente (soprattutto di lavoro). Ormai è noto come questo malessere esistenziale si "somatizzi" ossia si esprima attraverso le malattie psicosomatiche. Malattie che ogni medico si trova quotidianamente ad affrontare.

La diretta esperienza nei gruppi di Danza Terapeutica condotti da Elena Cerruto mi ha confermato l'utilità della danza terapia nei confronti di molte di queste patologie.

Vediamo in sintesi alcuni aspetti della danzaterapia. Che il movimento, in una società sedentaria come la nostra, sia caldamente da consigliare ad ogni paziente per il suo benessere psicofisico, è un dato di fatto indiscutibile.

Ma perché la danzaterapia e non la ginnastica o un'attività sportiva?

A differenza di queste ultime la danzaterapia promuove "la consapevolezza" del corpo, permette, attraverso il movimento, un contatto più profondo con noi stessi. Ai benefici fisici che il movimento ha sull'apparato cardio-respiratorio e muscolare si aggiungono quindi i benefici, non meno importanti, a livello psicologico.

La danza terapia offre infatti uno spazio-tempo in cui, interrotta la routine di un'alienante giornata metropolitana, qualsiasi persona può attingere l'energia derivata:

  • Dal rapporto corporeo, quindi totale, con la musica
  • Dalla scoperta della propria creatività, spesso rimossa
  • Da una conoscenza maggiore di sé, attraverso l'apertura al simbolico

Inoltre molte persone vivono il tradimento del corpo non tanto nella malattia quanto nel disagio del confronto con un corpo che rifiutano perché lontano dai canoni estetici imposti dai mass-media.

Attraverso la danza terapia queste persone imparano ad accettare quel corpo, ad usarlo invece che rifiutarlo, a viverlo nella sua dimensione comunicativa e creativa.

Sul piano strettamente organico, ritengo la danza terapia una fra le terapie più utili in funzione antalgica.

A differenza degli esercizi di ginnastica o di quelli delle discipline sportive che presuppongono movimenti predeterminati e obbligati, nella danzaterapia una persona può assumere, in tutta scioltezza e consapevolezza, le posizioni del corpo che più agevolmente permettono di togliere le tensioni muscolari.

Si è dato il caso di soggetti che, ad esempio per grave scoliosi, avevano all'inizio difficoltà a muoversi ma che alla fine riuscivano a vivere la musica con tutto il corpo, liberi dal dolore fisico. Non esistono quindi patologie o età per le quali la danza terapia sia controindicata. Anzi rappresenta per noi medici una valida alternativa nei molti casi in cui il farmaco si è rivelato non solo inutile ma anche dannoso.

Nell'ambito della danza terapia si è aggiunta l'esperienza con i non-vedenti e gli ipovedenti.
La nota integrazione a livello del Sistema Nervoso Centrale dei vari tipi di sensorialità costituisce la premessa anatomo-fisiologica che giustifica e incoraggia tale modalità terapeutica.

Ricorderò in forma schematica, a grandi linee, quegli aspetti che interessano questo discorso (per una visione più approfondita basta consultare un qualsiasi atlante di neurologia).

La sensibilità discriminativa generale comprende: sensibilità tattile, di pressione, di peso, discriminazione fra due punti, riconoscimento de forma, grandezza, struttura, sensibilità vibratoria, sensazione di movimento, posizione del proprio corpo (sensibilità propriocettiva).

Tutti questi tipi di sensibilità sono mediati da corpuscoli sensitivi (esterocettori e propriocettori), localizzati nella pelle, nelle giunture, nel periostio, nei tendini e nei muscoli (volontari o striati e lisci).

Le informazioni della sensibilità discriminativa generale, attraverso vie spino-cerebellari, spino-talamiche e le componenti sensitive dei nervi cranici arrivano al cervelletto e al talamo.

Il talamo è l'elaboratore principale e l'integratore di tutte le forme di sensibilità e proietta sulle aree della corteccia tutto quello che accade nel nostro corpo e che vogliamo portare a consapevolezza, permettendo, tra l'altro, l'avvio dei movimenti volontari che saranno poi gestiti dal cervelletto

Il cervelletto è il centro coordinatore(a livello sottocorticale, quindi non cosciente) di tutti gli input sensoriali legati alla postura e al movimento, sincronizzando tra l'altro le contrazioni dei muscoli agonisti e antagonisti a livello inconscio.

Continua....

 


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